Il 14 Aprile viene ucciso nella Striscia di Gaza Vittorio Arrigoni.
Pubblichiamo il comunicato stampa espresso da Action e di seguito, un nostro pensiero.
Arrigoni: Restiamo Umani, con rabbia e dolore
L’uccisione di Vittorio Arrigoni provoca rabbia e immenso dolore. Questa orrenda uccisione ci priva della persona che ha dato voce a Gaza negli ultimi anni.
Vittorio ha raccontato con esattezza le inaccettabili conseguenze dell’assedio israeliano a Gaza, di come i contadini, i pescatori e tutti i cittadini, vivono in miseria e senza sicurezza e rischiano la propria vita, colpevoli soltanto di volere vivere nonostante tutto. Dalla parte del popolo pastenese e con il popolo palestinese e contro l’inacettabile assedio palestinese. Questa è stata la vita di Vittorio.
IL Governo deve fare la sua parte consentendo a familiari e compagni di Vittorio di andare a Gaza e alla salma di ritornare in Italia, non passando da Israele, come Vittorio avrebbe voluto.
E’ giusto accertare l’accaduto con una commissione di inchiesta, ma è chiaro che il popolo palestinese è la vera vittima e oggi è più debole, privato di un compagno leale e di un megafono in grado di ricordare ogni giorno l’atrocità dell’assedio di Gaza.
Cogliamo l’occasione per ricordare tutti gli attivisti morti, in questi anni, per restare al fianco del popolo palestinese. E ricordo in particolare Giuliano Meir Khamis, direttore del Freedom Theater, ucciso 10 giorni fa a Jenin. E mentre a Gaza gli opposti estremismi soffocano le voci di libertà, noi dobbiamo trovare il modo per continuare a gridare contro un assedio ingiusto e orribile, e tenerci stretto il messaggio di Vittorio, che gli uomini vengono prima delle logiche di potere, “restiamo umani”. Giuliano
Andrea Alzetta di Roma in action
Action, diritti in movimento
Noi tutti abbracciamo i nostri compagni che piangono la perdita di Vittorio, che noi del Sans Papièrs non abbiamo avuto la fortuna di conoscere personalmente, ma che abbiamo incontrato tra le righe dei suoi racconti e attraverso i video con cui ha cercato di rompere il silenzio che avvolge le miserie di Gaza.
Alcuni hanno perso un amico, tutti perdiamo un compagno.
Ci auguriamo che la salma di Vittorio possa arrivare in Italia attraverso l’Egitto, senza passare per Israele.
Perchè ciò accada, è necessario che venga aperto il valico di Rafah, l’attraversamento tra Egitto e Striscia di Gaza chiuso dal 2007, da quando, cioè, Israele ha imposto il vergognoso blocco che tutt’oggi priva il popolo palestinese di una vita dignitosa.
Vittorio si è battuto con coraggio contro questo assedio criminale.Che il valico di Rafah venga aperto per permettere il suo ultimo ritorno, è l’atto simbolico che rende giustizia alla sua memoria, esprimendo il significato delle sue lotte: vengano meno le barriere che emarginano e uccidono la popolazione palestinese e cadano le ipocrisie di chi fa finta di non vedere.