Sembra non avere fine l’ondata di proteste che continua a diffondersi in tutto il Mediterraneo e in Europa. Da Atene a Londra, dalla Tunisia all’Algeria, dall’Iran all’Egitto e anche a Roma.
“I tunisini ci hanno ispirato, ci hanno fatto capire che tutto nella vita ha una fine, anche le peggiori dittature che sembrano impossibili da sradicare” dice Ahmed Nagi, scrittore, giornalista e blogger egiziano. Alla base dei tumulti scoppiati in questa stagione c’è la voglia di cambiamento di migliaia di giovani che sono da anni repressi e costretti al silenzio.
La folla che ha invaso piazza Tahrir si è scagliata contro un governo corrotto che negli anni ha cancellato ogni libertà civile e ridotto alla fame milioni di egiziani. Gli arresti e le uccisioni di centinaia di cittadini non hanno però fermato la rivolta che si è conclusa con le dimissioni del presidente-dittatore Mubarak e con il passaggio del potere nelle mani dell’esercito. Il rischio però è che alla vecchia dittatura se ne sostituisca un’altra.
Roma 17 Febbraio 2011 – CENTRI SOCIALI IN ACTION