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Bilancio 2011: Fermare Alemanno e ripensare la Città

Nelle prossime settimane approderà all’Assemblea Capitolina il Bilancio 2011. Un Bilancio “lacrime e sangue” che prevede pesanti tagli e rilevanti aumenti tariffari per i cittadini. Ma l’ideologia rigorista della destra, lungi dal rappresentare una visione generale, in verità nasconde le intenzioni punitive nei confronti di avversari politici e di favore nei confronti degli amici. Infatti, si continuano a togliere risorse prevalentemente ai Municipi di centro-sinistra e si sono reperiti milioni di euro per le assunzioni facili ad Ama e Atac.
E sempre sul fronte delle Municipalizzate, si prepara l’altro attacco imminente della destra, che invece di far fronte alla cattiva gestione di questi anni prevede, in linea con il c.d. Decreto Ronchi di privatizzazione dei servizi pubblici locali, la privatizzazione di Ama, la privatizzazione e la svendita del patrimonio pubblico in capo ad Atac e l’ulteriore ingresso dei privati in Acea.
La Roma di Alemanno è una città accentrata, privatizzata e impaurita. Una città da cambiare.
Invitiamo le forze politiche e sociali progressiste della città ad opporsi a questi provvedimenti e ad aprire il confronto per la costruzione di un progetto diverso di città.

Ne discutiamo
Mercoledì 25 MAGGIO ORE 16.00 PRESSO LA SALA CONZAGA, VIA DELLA CONSOLAZIONE 4

Partecipano tra gli altri:
Andrea Beccari (Roma social Club), Carlo De Angelis (Roma social pride), Claudio Di Berardino (CGIL Lazio), Umberto Marroni (Partito Democratico Roma), Andrea Novelli (UISP), Giancarlo Torricelli (SEL Roma), Claudio Ortale (Federazione della Sinistra), Ex Cinema Palazzo – Sala Vittorio Arrigoni, Città dell’altra Economia, Cultura bene Comune, Roma bene Comune, Laboratorio Puzzle, Esc, Rete sociale CasalBertone,

Promuove Roma in action
www.actiondiritti.net

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Presidio permanente per i referendum e la democrazia

23 – 24 maggio Roma / Piazza Montecitorio

Prima hanno impedito che i referendum si tenessero insieme alle amministrative, sprecando 400 mln di euro. Poi hanno rinviato l’approvazione del regolamento per la RAI di un mese ed hanno messo in atto una censura sistematica per nascondere i referendum del 12 e del 13 giugno.
Ora stanno tentando di cancellare il referendum sul nucleare e di rubare agli italiani anche il diritto di dire la loro.
Vogliono avere le mani libere su acqua pubblica e energia atomica. Un’operazione vergognosa che indebolisce la democrazia, toglie agli italiani la possibilità di scegliere per sé e per il Paese un futuro più moderno, sostenibile e giusto. E mira a regalare favori e miliardi alle solite lobby economiche e finanziarie. Ma gli italiani non ci stanno.
Vogliono far sentire la propria voce e stanno chiedendo con forza di non vedere offeso il diritto ad esprimersi liberamente su acqua e nucleare.
Per questo i comitati referendari hanno deciso di lanciare una mobilitazione permanente davanti Montecitorio il 23 e 24 maggio – giorni in cui il Parlamento deciderà sul decreto Omnibus che contiene la finta uscita dal nucleare: per dire no all’approvazione di un testo che, provando a cancellare il referendum senza dare realmente l’addio al programma atomico, è una presa in giro degli italiani e un’offesa ai loro diritti.
Chiamiamo tutti e tutte a difendere il diritto al voto, all’informazione ed alla democrazia.

PROGRAMMA
23 maggio h. 14 – 24 Tenda per la democrazia Interventi, letture di artisti e intellettuali e veglia serale
24 maggio h. 10 – 24 Interventi, microfono aperto e performance IL 12 E 13 GIUGNO VOTA PER LA DEMOCRAZIA in difesa dell’acqua bene comune per fermare il nucleare

Per informazioni: www.referendumacqua.it www.fermiamoilnucleare.it

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Guerra contro i test Invalsi il boicottaggio parte da Roma.

I professori deliberano contro. Gli studenti: “Disertare o consegnarli in bianco”. La protesta nei licei Mamiani, Montale, Cavour e De Chirico

Guerra contro i test Invalsi il boicottaggio parte da Roma

Oltre un centinaio di scuole dichiarano guerra ai test Invalsi, previsti da domani. I quiz per la rilevazione degli apprendimenti degli studenti, che quest’anno riguarderanno in forma sperimentale anche le seconde classi delle scuole superiori, rischiano il boicottaggio. E Roma è la città capofila della protesta.
A guidare il malumore di molti docenti e degli stessi studenti è il sindacato dei Cobas, assieme ad alcune associazioni studentesche come il Collettivo ‘Senza Tregua’, che invita i ragazzi a disertare le prove o consegnare in bianco.

I primi a remare contro sono gli insegnanti di Roma. Tra i vari collegi dei docenti che hanno deliberato di non aderire allo svolgimento dei test, il 40% appartiene proprio agli istituti della Capitale. “Si tratta in maggior parte di scuole superiori – spiegano i Cobas – tra questi ci sono i licei romani Mamiani, Montale, Cavour e De Chirico. Ma da quanto ci risulta, nonostante le delibere contrarie dei collegi, molti presidi hanno diramato ordini di servizio, su pressione dello stesso Ministero dell’Istruzione”. I test si svolgeranno nei prossimi giorni anche nelle scuole elementari e alle medie. “I quiz – sostiene il portavoce nazionale dei Cobas, Piero Bernocchi – saranno usati per classificare le scuole, i docenti, gli studenti, e per differenziare gli stipendi degli insegnanti. In tutti i Paesi dove questa assurda e penosa pratica è stata applicata, la didattica è stata stravolta e, invece di insegnare sul serio le materie, i docenti sono stati costretti in modo umiliante e catastrofico a trasformarsi in addestratori da quiz, con libelli appositi e con pratiche da scuola-guida per la patente”.

E la mobilitazione si è estesa anche agli studenti. Secondo il collettivo studentesco ‘Senza Tregua’ a Roma la maggior parte degli studenti degli istituti Giulio Cesare, Visconti, Virgilio, Socrate, Orazio, Albertelli, Pasteur, Artotele, Aristofane, hanno già aderito all’iniziativa e “consegneranno il test in bianco oppure non entreranno proprio a scuola”. Le schede dei quiz, inoltre, “non sono anonime perchè c’è un codice attraverso il quale è possibile risalire a chi lo ha scritto”, spiegano gli studenti. Oggetto di critiche anche il questionario rivolto ai ragazzi e la scheda che dovrà essere compilata dalla scuola per la raccolta di alcune informazioni aggiuntive, entrambi abbinati al test.

“Si tratta di dati sensibili di minori, stiamo parlando infatti di ragazzi che hanno tra i 15 e 16 anni – dicono ancora gli studenti – e non è stata chiesta l’autorizzazione ai genitori. Inoltre in moltissimi casi gli insegnanti minacciano di considerare le prove ai fini della valutazione dello studente, cosa assolutamente illegale considerata la natura della prova e il fatto che non rientra nei programmi curriculari”.

fonte repubblica.it

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Roma – Occupata sede dell’ENEL a viale Regina Margherita

Oltre un centinaio di attivisti irrompono nella sede per dire no alle politiche energetiche del governo e al nucleare
http://www.actiondiritti.net/images/stories/enel_nonucleare23032011.jpgRoma, 23 marzo – Questa mattina, alle ore 12:30 un centinaio di attivisti delle reti sociali e ambientaliste romane hanno occupato la sede dell’Enel di Viale Regina Margherita, a Roma. Gli attivisti sono entrati nella sede e la stanno occupando, lanciando slogan e volantini contro le politiche energetiche del governo italiano, in sostegno alle fonti rinnovabili e contro le politiche di guerra per il controllo delle risorse.

Di seguito il testo del comunicato diffuso:

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COMUNICATO STAMPA

Roma, 24 febbraio 2011

La rete verso il primo marrzo occupa la camera di commercio Italo Libica in via Regina Margherita 192

Espelliamo la Berlusconi-Gheddafi Incorporated
Fermiamo il massacro – Per l’abrogazione immediata degli accordi con la Libia
Libertà, democrazia, diritti e dignità per il Mediterraneo

Oggi, 24 febbraio 2011, la Camera di Commercio Italo Libica ha ricevuto un ordine di espulsione dal basso. Mentre a sud del Mediterraneo, la popolazione libica paga un prezzo enorme per essersi ribellata al dittatore, mentre le spiagge di Tripoli – quelle spiagge bagnate dal nostro stesso mare – si tingono del rosso cupo delle fosse comuni, la sponda nord balbetta ipocrisia e agita lo spettro delle invasione barbariche, preoccupata, ancora una volta, di tutelare gli interessi – quelli sì barbarici – della holding dei baciamano. Gli interessi dei devastatori-cementificatori del nostro stesso territorio, come la Ansaldo o la Impregilo, degli speculatori finanziari responsabili della crisi come la banca Unicredit, di cui la Libia è il primo socio azionario, dei produttori di morte e sfruttamento come la Finmeccanica.

La Camera di Commercio Italo-Libica di Roma, attraverso cui passano buona parte delle esportazioni verso Tripoli, dalla firma del Trattato di Amicizia Italia-Libia si è data ad un’attività febbrile, favorendo il moltiplicarsi di joint venture e facendo registrare un balzo di oltre il 900% solo nel settore impiantistica e macchinari. Un’attività fatta di fiere, affari e missioni, fatta di complicità e di tour nella Free Zone istituita dal colonnello a uso e consumo delle imprese italiane, libere di andare e venire da nord a sud del Mediterraneo, mentre i rifugiati sub sahariani morivano a suon di respingimenti nei lager libici della Berlusconi-Gheddafi Incorporated.

Noi abbiamo un’altra idea di libertà.
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Primo Marzo 2011 a Roma

Siamo tutti egiziani, siamo tutti tunisini, indisponibili al ricatto!

Mercoledì 23 ore 16:30 Assemblea Pubblica Fac. Di Lettere, Università La Sapienza.

Stiamo vivendo in un’epoca che ci chiama ad agire e a prendere parola ogni giorno. Ad indignarsi sì, non solo per le notti di Arcore, ma perché c’è la crisi e stiamo continuando a pagarla noi migranti, noi studenti, noi precari. La stiamo pagando con le nostre vite, messe sotto ricatto dal modello Marchionne, private di dignità da finte soluzioni come la sanatoria truffa o il decreto flussi, triste gratta e vinci della povertà rinominato click-day.

Lo scorso anno la giornata del primo marzo ha lanciato innanzitutto un monito: una giornata senza di noi. Il noi ora si moltiplica e cambia di segno, diventa proposta di alternativa, costruzione di una possibilità di uscita dalla crisi, insieme. Lo scorso anno i migranti di Rosarno si erano da poco ribellati dandoci una lezione di dignità e di possibilità. Abbiamo raccolto quella lezione, abbiamo ascoltato le loro storie, trasformatesi in unico coro: per il diritto alla vita, alla salute, al reddito, alla formazione. Per il diritto al nostro futuro.

Quest’anno vuole essere una giornata nel solco delle tante mobilitazioni che stanno attraversando il paese, nelle quali già è accaduto che si ritrovassero migranti e donne italiane, studenti e operai metalmeccanici, precari e seconde generazioni di bambini privati di diritti. Bambini che, purtroppo, come accade a Roma, sono ridotti in cenere, senza neanche suscitare stupore ma rimpalli infiniti di giustificazioni inaccettabili tra il sindaco Alemanno e il ministro Maroni. Morti cui si rimedia con la riproposizione del cosiddetto “Piano Nomadi” che produce nuovi sgomberi e nuova miseria.

Quest’anno vuole essere una giornata che guarda alla forza e alla determinazione che ci stanno insegnando gli egiziani e i tunisini, affermando il diritto di vivere degnamente nei propri paesi, perché stanchi di vivere in paesi impoveriti da regimi autoritari o di avere come unica alternativa quella di immettersi nella spirale infernale della migrazione verso la “ricca Europa”.

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Join the revolution

Sembra non avere fine l’ondata di proteste che continua a diffondersi in tutto il Mediterraneo e in Europa. Da Atene a Londra, dalla Tunisia all’Algeria, dall’Iran all’Egitto e anche a Roma.

“I tunisini ci hanno ispirato, ci hanno fatto capire che tutto nella vita ha una fine, anche le peggiori dittature che sembrano impossibili da sradicare” dice Ahmed Nagi, scrittore, giornalista e blogger egiziano. Alla base dei tumulti scoppiati in questa stagione c’è la voglia di cambiamento di migliaia di giovani che sono da anni repressi e costretti al silenzio.

La folla che ha invaso piazza Tahrir si è scagliata contro un governo corrotto che negli anni ha cancellato ogni libertà civile e ridotto alla fame milioni di egiziani. Gli arresti e le uccisioni di centinaia di cittadini non hanno però fermato la rivolta che si è conclusa con le dimissioni del presidente-dittatore Mubarak e con il passaggio del potere nelle mani dell’esercito. Il rischio però è che alla vecchia dittatura se ne sostituisca un’altra.

 

Roma 17 Febbraio 2011 – CENTRI SOCIALI IN ACTION

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Basta chiacchiere, vogliamo i fatti!!!

Action occupa uno stabile abbandonato in via romagna42.
Verso la mobilitazione contro gli stati generali di Alemanno

Mentre il 22 e 23 febbraio Alemanno realizzerà la sua kermesse mediatica per nascondere l’immobilismo della sua azione di governo, noi oggi contribuiamo concretamente a segnalare una via di uscita dall’emergenza abitativa, di cui non si parlerà il 22 e 23, segnalando uno degli spazi abbandonati che potrebbero essere recuperati per essere affittati a un canone sociale.
Negli ultimi dieci anni gli affitti sono aumentati più del doppio, nel 2009 – ultimi dati disponibili – gli sfratti emessi sono notevolmente aumentati, raggiungendo il valore più alto degli ultimi 12 anni ( 51.390, 17,1% in più rispetto al 2007); in particolare sono aumentati gli sfratti per morosità ( 40.681, il 79,1% del totale). Roma è la città nella quale sono stati emessi il maggior numero di sfratti: 31.111 negli ultimi 5 anni, di cui 19.273 per morosità; 7.574 solo nel 2008 di cui 4.879 per morosità.
Il disagio abitativo riguarda fasce sociali un tempo immuni. Non è un caso che Roma ha perduto 300.000 abitanti che sono andati a vivere in provincia: perché i prezzi delle case e degli affitti sono proibitivi per la maggior parte dei cittadini. E questo mentre esistono numerosi spazi non utilizzati. Secondo il censins esistono 270 mila case vuote e sono 120.000 quest’anno le case invendute a causa della crisi.
L’amministrazione comunale ha assistito inerme a questo drammatico stato di cose, dopo aver sbandierato in campagna elettorale la volontà di realizzare 30.000 case popolari a Roma.
Dopodichè, l’amministrazione è caduta nell’immobilismo. Le case realizzate, sono circa 200 e tutte acquistate dal libero mercato nell’estrema periferia della città.
Inoltre, da due anni ormai è fermo il bando per presentare domanda di casa popolare, il che lascia molti cittadini nel totale abbandono.
Ma l’emergenza abitativa è scomparsa dall’agenda della destra. Non vi è stato nessun accenno al tema al momento dell’insediamento della nuova giunta, da un mese è vacante il posto di presidente della commissione casa, è il nuovo delegato alla casa è un ex tassista senza alcuna esperienza in materia.
A questo immobilismo, però, si contrappone un grande attivismo del Sindaco nei progetti che costruiscono case per il mercato privato. Infatti, i progetti di Alemanno prevedono 17 milioni di metri cubi di nuovo cemento, senza prevedere né iniziative di recupero degli spazi abbandonati, né progetti di edilizia pubblica.
Come se non bastasse, Alemanno non ha speso neanche una parola sul tema dell’emergenza sfratti. La promessa di un blocco straordinario per la città di Roma, ormai risalente all’aprile del 2009, è rimasta lettera morta. Anzi, anche la mini-proroga governativa non è stata ancora ripristinata.
Questo tempo non è passato in maniera indolore, tantissime famiglie, senza alternativa, non hanno altra possibilità di occupare spazi abbandonati. Se dall’ alto arrivano chiacchiere, dal basso si praticano i fatti.
E non si tratta solo di un atto estremo di protesta, ma anche della indicazione della strada da percorrere. Occorre cambiare passo, anzitutto fermando sfratti e sgomberi e poi progettano interventi articolati di edilizia pubblica per le diverse fasce sociali, partendo dal recupero e la riqualificazione degli spazi vuoti pubblici e privati, per reperire alloggi erp e appartamenti da affittare a canone sociale nel quadro di un governo pubblico della locazione.

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Tarzia: il diritto al dissenso

Legittimamente le donne del Municipio hanno deciso di contestare la promotrice di una legge, che rappresenta un vero e propprio manifesto politico contro la libertà e la tutela della donna. La Tarzia sta tentando di trasformare i consultori familiari da enti socio-sanitari per la cura e l’assistenza di donne, coppie e famiglie in organi di rafforzamento, ma soprattutto di controllo dell’etica familiare a 360°. E lo sta facendo sorda alla forte opposizione che si sta sviluppando in città e nella Regione. Prosegui la lettura »

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Romanzo culturale atto I

Chiudono cinema e teatri, diminuiscono biblioteche e spazi per la cultura. “Romanzo culturale, basta guerra alla cultura” Delocalizziamo le risorse ai municipi, recuperiamo il patrimonio abbandonato della città!
Oggi comincia la campagna di rivendicazione alla cultura nei nostri municipi, abbiamo deciso di cominciare con 5 occupazioni:
TEATRO NOVECENTO Piazza di Cinecittà,11
EX-CINEMA Via di Villa Belardi 12
CASA DELLA MEMORIA,Via Tiburtina 169
TEATRO DI VILLA LAZZARONI, Via Appia Nuova 552
EX CASA dei DIRITTI NEGATI, Via Giolitti 212
per denunciare la gestione dei fondi alla cultura da parte di questo sindaco.
Si tratta di cinque luoghi “simbolo” nei municipi, che pur rappresentando degli spazi con enorme potenzialità a livello di contenuti, restano nell’abbandono per mancanza di fondi, frutto dei tagli indiscriminati effettuati dal Comune alle attività culturali e sociali nei vari territori.

per denunciare la gestione dei fondi alla cultura da parte di questo sindaco.
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